<body><script type="text/javascript"> function setAttributeOnload(object, attribute, val) { if(window.addEventListener) { window.addEventListener('load', function(){ object[attribute] = val; }, false); } else { window.attachEvent('onload', function(){ object[attribute] = val; }); } } </script> <div id="navbar-iframe-container"></div> <script type="text/javascript" src="https://apis.google.com/js/platform.js"></script> <script type="text/javascript"> gapi.load("gapi.iframes:gapi.iframes.style.bubble", function() { if (gapi.iframes && gapi.iframes.getContext) { gapi.iframes.getContext().openChild({ url: 'https://www.blogger.com/navbar.g?targetBlogID\x3d179438232096316464\x26blogName\x3dCircolo+%22Luce+del+Sud%22+Bari+Blog\x26publishMode\x3dPUBLISH_MODE_BLOGSPOT\x26navbarType\x3dSILVER\x26layoutType\x3dCLASSIC\x26searchRoot\x3dhttps://circololucedelsud.blogspot.com/search\x26blogLocale\x3dit\x26v\x3d2\x26homepageUrl\x3dhttp://circololucedelsud.blogspot.com/\x26vt\x3d6075019366225580879', where: document.getElementById("navbar-iframe-container"), id: "navbar-iframe" }); } }); </script>

Circolo "Luce del Sud" Bari Blog

1 e 2 Dicembre 2007- Gazebo sul voto al Partito della Libertà A Bari


Dalle ore 10,00 di domani 1 Dicembre 2007 sarà presente a Bari per due giorni tra Via Calefati e Via Putignani il Gazebo del Circolo "Luce del Sud" organizzato in occasione della giornata sul voto per la scelta del nome al neonato Partito della Libertà.

La raccolta firme riguarderà la partecipazione della gente alla scelta del nome del nuovo partito di centrodestra. Si voterà per nominare il partito "Il Popolo della Libertà" o "Il Partito della Libertà". A tutti i simpatizzanti, sostenitori del popolo della libertà e ai soci del Circolo "Luce del Sud" chiediamo di non far mancare la vostra presenza e il vostro sostegno.
Vi aspettiamo numerosi!


La Presidente: Dott.ssa Rosa Maria Banfi



Circolo "Luce del Sud" Bari
"per aspera ad astra"

Etichette:

Chi tocca i fili, Clementina muore.

Riflettiamo su quello che sta accadendo alla Forleo!


Chi tocca i fili, Clementina, muore
Mercoledí 28.11.2007 13:10

Unipol/ Il Pg della Cassazione avvia un'azione disciplinare contro il gip Clementina Forleo

D’accordo con gli amici di Affari Italiani, si è deciso di diradare i “popcorn” per non ingrassare. Ma, sperando di far piacere a chi li gradisce, prometto che ne metterò ancora a scoppiettare qualcuno ogni tanto. Come faccio oggi.

La Fortuna è cieca, ma la “Libertà” sa molto bene da che parte va. Se fosse amerikano e non cinese l’ambasciator che, affabile e cortese,non vuol che si riceva il Dalai Lama,capo spirituale di gran fama,sai che proteste contro l’ingerenza,sai che rivendicazion d’indipendenza?Invece, zitto, fa finta di nientee obbedisce anche il… disobbediente.Da stamane, signori, cerco invanointorno al tribunale di Milanoun sussulto, uno straccio di corteodi solidarietà con la Forleo.Invece, anche da quelle parti,con silenziose e giudiziarie arti,impera la Legge del Signore.Chi tocca i fili, Clementina, muore. (Da: http://www.affaritaliani.it/)



Circolo"Luce del Sud"Bari
"per aspera ad astra"

Etichette:

IL POPOLO DI CENTRODESTRA E' UNITO

Se un giorno malaugurato dovessi essere chiamato davvero a scegliere tra Berlusconi, Fini e Casini contrapposti tra di loro, sceglierei colui che il Centro-destra lo ha inventato, lo ha costruito e lo ha portato addirittura al governo del Paese realizzando il sogno della mia vita, ossia un grande partito liberale di popolo con vocazione maggioritaria, e che oggi altro non gli propone che di stare più insieme in un nuovo, più ampio e più aperto soggetto politico che soltanto qualche settimana fa era fortemente auspicato anche dall’on. Fini.
Ma credo di potermi risparmiare tale scelta comunque dolorosissima, se rifletto sulle diverse qualità delle differenze che si stanno manifestando tra le divisioni del Centro-sinistra e quelle del Centro-destra. Mentre a sinistra questioni ideali e programmatiche di fondo lacerano la base dell’alleanza, e sono destinate ad accrescersi se il progetto politico di Veltroni- obiettivamente spostato “a destra” rispetto a quello medio dell’asse DS-Margherita- dovesse uscire dalla fase propagandistica per radicarsi in reali contenuti programmatici, dall’altra parte sono ravvisabili soltanto le ruggini intercorrenti nei rapporti personali ai vertici della coalizione, mentre la sua base è saldamente unita in una forte comunione di valori e di programmi. Tanto questo è vero che non si vedono nella periferia della CDL opposte tifoserie dividersi in ragione dei rispettivi referenti romani, ma al contrario comuni sentimento di smarrimento e di preoccupazione che invocano di fatto una ritrovata, anche se necessariamente ridisegnata, unità, cosicché –per esempio- quando AN è scesa in piazza contro Berlusconi, di fatto si è ritrovata a chiedere soltanto garanzie per la prosecuzione dell’alleanza, riproponendosene –come è giusto che sia- come falco e non come svolazzante colomba.
Ed infatti nessun contraccolpo hanno avuto gli eventi romani sulla compattezza né delle Giunte di Centro-destra né delle opposizioni a quelle di sinistra, a cominciare da quelle più politicamente significative. Di qui, anche in coerenza con la strada indicata da Berlusconi, l’indicazione vincente per la ricostruzione di un’alleanza nella quale sostanzialmente si riconosce la maggioranza degli Italiani, e cioè quella che parte dalle fondamenta popolari della coalizione e dai suoi generosi militanti periferici, che il nuovo, grande Partito lo avevano già manifestato, per esempio, nell’indimenticabile giornata del 2 dicembre scorso, quando un’immensa fiumana di gente invase allegramente Roma mescolando in spirito di totale identificazione bandiere di FORZA ITALIA, di AN, della Lega di tutte le altre formazioni minori che danno ulteriore rappresentatività alla coalizione riecheggiando grandi storie della democrazia italiana, da quella democristiana a quella laico-liberale, da quella radical-socialista a quella della destra social-nazionale.
Una grande responsabilità ricade oggi sui referenti regionali e locali dei Partiti di Centro-destra, che è quella di tener salda un’alleanza che è ampiamente vincente nel sentimento popolare e che è assolutamente necessaria soprattutto in realtà come quella pugliese, segnata addirittura da un governo regionale ad egemonia comunista.
A tal riguardo ci rassicura l’ottimo lavoro comune che stavano compiendo Raffaele Fitto, Adriana Poli Bortone ed i vertici locali dell’UDC, che ha consentito al Centro-destra pugliese di tornare rapidamente ad essere vincente perfino nei ballottaggi.


di Tommaso Francavilla


Circolo"Luce del Sud" Bari
"per aspera ad astra"

Etichette:

24-25 novembre 2007. Giornata per la difesa di Via Sparano.


Circolo della Libertà "Luce del Sud" Bari - IX Circoscrizione Murat-S.Nicola


Sostenuti dalla Circoscirzione Bari-Murat, Pres. Avv. Mario Ferorelli, abbiamo organizzato la raccolta firme per il NO al progetto del Comune ai lavori per la riqualificazione di Via Sparano. Nelle due giornate sono state raccolte più di 1100 firme e l'affluenza è stata numerosissima. In una Via Sparano gremita di gente abbiamo raccolto i malumori della popolazione barese che dice NO al progetto di "devastazione" della storica Via Sparano. La raccolta firme continuerà prossimamente nelle giornate del 1° e del 2 di dicembre nello stesso luogo e agli stessi orari di queste giornate passate. Non fate mancare il vostro sostegno! Vi aspettiamo numerosi!!


Diciamo No al progetto del Comune!


Circolo"Luce del Sud" Bari
"per aspera ad astra"


Etichette:

LA CRISI DEL MAGGIORITARIO. Una sconfitta italiana

Alla fine degli anni Settanta, Prima Repubblica, Giuliano Amato propose per l'Italia un sistema maggioritario a doppio turno. In una riunione da lui convocata per ascoltare le reazioni di studiosi delle più varie estrazioni politiche, le critiche risultarono, se ricordo gli umori in sala, più numerose dei consensi. Ci fu persino qualcuno che, contrario al maggioritario, si spinse a dire che la democrazia, per essere davvero tale, necessita della proporzionale (nella tanto rimpianta Prima Repubblica queste sciocchezze erano la norma).Oggi, dopo un quindicennio di peregrinazioni in agitate acque maggioritarie (o quasi), è ormai da tutti deciso che è bene fare dietrofront, tornare alla proporzionale, essendo quello l'unico sistema elettorale adatto all'Italia. Bene, forse è davvero così. Ma vorrei far notare che dovremmo allora riflettere su quale democrazia sia mai la nostra e sulle ragioni di un così clamoroso fallimento.Nella Prima Repubblica c'era il Partito comunista. Allora, si diceva, solo la proporzionale, diluendo le tensioni fra maggioranza e opposizione, può sostenere la fragile democrazia italiana. All'inizio degli anni Novanta, crollato il Muro, si pensò che l'Italia potesse entrare nel novero delle democrazie normali ove l'alternanza al governo non costituisce un dramma per nessuno. E il sistema maggioritario venne scelto per accelerare la trasformazione e stabilizzarla. Tenuto anche conto del fatto che, fra tutte le grandi democrazie occidentali, solo la Germania e la Spagna utilizzano sistemi elettorali proporzionali (sia pure corretti). Si discuterà all'infinito se il fallimento del tentativo sia dipeso dal fatto, come ha sempre sostenuto Giovanni Sartori, che sbagliammo sistema maggioritario (a un turno unico anziché a doppio turno) oppure dal fatto che non adeguammo al maggioritario la Costituzione o, ancora, dal fatto che, varato il maggioritario, ci impegnammo allo spasimo per proporzionalizzarlo (con la quota proporzionale, con regolamenti parlamentari e sistema di finanziamenti che incoraggiavano la frammentazione, eccetera). Ma la causa di fondo, forse, è un'altra: che l'alternanza (la quale pure abbiamo conosciuto in questo quindicennio di quasi-maggioritario) è rimasta un dramma, un trauma, per la parte del Paese che perde le elezioni. Per questo, forse, non possiamo permetterci il maggioritario. Si demonizzavano fra loro, nella prima fase della guerra fredda, Dc e Pci (ed era comprensibile). In seguito, però, venne ferocemente demonizzato Craxi. Oggi c'è Berlusconi, domani, probabilmente, un altro, e dopodomani un altro ancora. E la frammentazione degli schieramenti (causa «ufficiale » del fallimento del maggioritario), forse, è stata un modo involontario per continuare a diluire le tensioni.C'è sempre qualcosa di «emergenziale», un grumo oscuro, nella vita della democrazia italiana. Per questo, forse, la proporzionale ci si confà. Purché si smetta di mentire. La proporzionale, con Cose Bianche, Cose Rosse e il resto, servirà forse alla nostra difficile democrazia per sopravvivere (altro che Germania) ma, di sicuro, non per vivere bene.




di Angelo Panebianco



Circolo"luce del Sud" Bari
"per aspera ad astra"

Etichette:

La nuova forza di Silvio al 30%. Piace nel Sud e alle casalinghe

Come ogni novità proposta al mercato elettorale — sempre desideroso di rinnovamenti rispetto alla situazione attuale — l'idea del nuovo partito lanciata da Berlusconi ha riscosso successo e approvazione.
Ciò ricorda quanto è accaduto, solo qualche settimana fa, in occasione del lancio del Partito democratico: anche allora la notizia stimolò la mobilitazione di una fascia rilevante di cittadini e portò il voto potenziale per il Pd a superare quello per Forza Italia. In questi giorni, è successo altrettanto: più della metà dell'elettorato del centrodestra giudica il Partito del popolo un'iniziativa utile. L'approvazione trova significative accentuazioni nei grandi comuni del Sud e tra le casalinghe: entrambe categorie che costituiscono, com'è noto, bacini tradizionalmente favorevoli al Cavaliere. C'è dunque per la nuova forza politica un mercato potenziale piuttosto ampio. Abbiamo rilevato in due diversi sondaggi la disponibilità a prendere in considerazione il voto per Berlusconi, proponendo nel primo la dizione «Forza Italia » e nell'altro quella «Partito del popolo delle libertà».
In entrambi i casi si è registrato un accrescimento di adesioni rispetto alle scorse settimane, segno che, ancora una volta, è soprattutto la figura del Cavaliere a esercitare una funzione di traino. Tra le due il «Partito del popolo» ha ottenuto comunque consensi maggiori: è una differenza lieve, al di sotto del margine di approssimazione statistico, ma indicativa di un trend in corso. Ne sono prova i mutamenti nel panorama delle intenzioni di voto. Esso vede un miglioramento del centrodestra e, in particolare, del partito di Berlusconi, che si posiziona nuovamente come prima forza politica italiana. A scapito in qualche misura dei suoi alleati ma, specialmente, grazie all'apporto di chi in precedenza era indeciso. Nella maggioranza si verifica una conseguente erosione dei voti virtuali per il Pd. Ancora, il centrosinistra pare risentire non sempre positivamente dello spezzettamento in corso al suo interno e del sorgere di diverse nuove piccole forze politiche. Questa recente evoluzione dello scenario ha avuto come effetto immediato una più accentuata polarizzazione delle posizioni riguardo al governo. Da un verso, anche a seguito della presentazione del pacchetto sicurezza e dell'approvazione della Finanziaria, l'esecutivo è apparso in qualche misura rafforzato: di qui l'incremento, rispetto a qualche settimana fa, di chi auspica il suo proseguimento. Dall'altro, l'ampliamento del-l'elettorato virtuale per il centrodestra ha comportato anche un sia pur contenuto allargamento di chi desidera le dimissioni di Prodi e l'indizione di nuove elezioni. Insomma, la reazione «a caldo » alla nascita del Partito del popolo, così come lo fu quella successiva alla formazione del Pd, ha visto il sorgere di entusiasmo e aspettative.
Ma, nel medio periodo, ciò che conterà, sia per il Pd, sia per la nuova formazione di Berlusconi, sono i contenuti programmatici, vale a dire le proposte concrete sui temi che più stanno a cuore ai cittadini, come il fisco, la sicurezza, l'occupazione. Solo questi ultimi potranno infatti dare maggiore o minore solidità al successo che, in entrambi i casi, l'«effetto annuncio» ha provocato nel brevissimo periodo. (Da: http://www.corriere.it/)

di Renato Mannheimer


Circolo"Luce del Sud"Bari
"per aspera ad astra"


Etichette:

PARTITO DELLA LIBERTA'

L’annuncio di Berlusconi del nuovo Partito delle libertà è un evento che vale – ivi comprese le scosse di assestamento- quello analogo relativo al Partito democratico, e forse anche di più visti i numeri che si preannunciano per il nuovo soggetto politico e la forza oggettiva del proponente, che è assolutamente in grado di realizzare rapidamente il progetto così come realizzò in tre mesi un Partito “di plastica” che da allora non ha mai smesso di essere il primo d’Italia. Ovviamente però è stato accolto dall’establishment politico e mediatico con la solita logica discriminatoria e fuorviante dei “due pesi e due misure”, per cui- per esempio- se Berlusconi si appella al popolo dei gazebo di Centro-destra per realizzare dal basso il sogno sempre più diffuso e coinvolgente di un grande Partito liberal-popolare, è “populismo”, se invece a partire dai gazebo è il Centro-sinistra, trattasi di democrazia.
Incomprensibili sono la reazione a tale progetto del Presidente di un Partito che soltanto un mese fa era sceso in piazza per invocare sostanzialmente la stessa cosa denunciando i ritardi e le incertezze altrui, che se n’è visto accogliere pure la sua richiesta di un cambio di strategia in direzione di riforme condivise con l’avversario, e che non ha nemmeno colto l’impegno di Berlusconi a sottoporre al vaglio democratico del Popolo di centro-destra l’intero processo costituente, ivi compresa la scelta della leadership. In essa si fa fatica a non riconoscere un cieco istinto di sopravvivenza di una nomenclatura che non a caso conserva la guida del suo Partito da vent’anni, passando indenne dalla proclamazione di Mussolini come il “più grande statista del Secolo” alla scomunica del fascismo come “male assoluto”. Né regge il pretesto della difesa del bipolarismo a fronte di un processo che in realtà lo sviluppa e lo consolida in direzione del bipartitismo, che Berlusconi delinea nettamente attraverso il coinvolgimento di chiunque non sia assimilabile agli eredi del comunismo, dai socialisti autonomisti fino all’orgoglio missino di Storace, con un corpo centrale cattolico-liberale comprensivo della tradizione degasperiana tant’è che Casini è interessato e perfino Follini non lo respinge, e con significative adesioni da parte del radicalismo liberal-liberista che aggiunge Capezzone a Taradash e Della Vedova. Un mondo del quale il popolo di AN, radicato ormai in una cultura di coalizione e di governo, non può non essere componente naturale e fondante, ed al di fuori del quale il Partito di AN, che ne sarebbe letteralmente accerchiato, perderebbe ogni funzione, a meno di diventare l’ultimo mohicano del prodismo, così come è apparso il suo leader negli ultimi infelici interventi, dalla lettera al “Corriere” all’ultimatum di “Repubblica” fino alla rabbiosa esibizione di “Porta a Porta”, in cui non ce la faceva proprio a dire tre parole di fila senza insolentire l’alleato senza il quale sarebbe dignitosamente scomparso negli scantinati della storia minore.
Quanto alla Puglia, in cui governi retti nel segno dell’estremismo di sinistra, assolutamente innaturali per una Regione “di destra”, rendono insostituibili dall’altra parte una coalizione unita ed una sua strategia di compattamento e di allargamento, ancor più si rivela provvidenziale la sortita di Berlusconi ed incomprensibile la stizza di chi, avendo forse perso il senso della propria misura, l’ha presa come un affronto personale invece che come una straordinaria opportunità.


di Tommaso Francavilla


Circolo"luce del Sud" Bari
"per aspera ad astra"

Etichette:

IL POPOLO DELLA LIBERTA'

Sono una donna più vicina ai sessanta che ai cinquanta, che non ha mai partecipato alla vita politica, ma che ormai stanca delle diatribe e delle beghe dei partiti, ha rotto gli indugi ed essendosi presentata l’opportunità dei Circoli della Libertà, insieme ad altre nove persone ha costituito un circolo. Non pensate che questo sia stato facile, poiché gli interpellati erano incerti, indecisi, e spaventati a dover palesare quelli che erano i loro intenti e le loro aspirazioni – e tralasciano le illusioni, le delusioni che ci hanno dato persone che a parole erano pronte a tutto ma che poi al momento di impegnarsi si sono tirate indietro. Non pensiamo ai dieci mesi passati, che sono stati per noi pivellini molto costruttivi poiché hanno fatto di noi un gruppo coeso, ma a quanto di incredibile, impensabile, ineluttabile è accaduto il 16-17-18 novembre. Noi dei Circoli abbiamo aperto banchetti in tutta Italia per sostenere la raccolta firme contro il governo Prodi e dai risultati: 8 milioni di persone che hanno firmato ai gazebo di Forza Italia + 2 milioni ai banchetti dei Circoli, non possono di certo passare inosservati né sottaciuti dai palazzi del potere e dai ministri del governo Prodi, che continuano ad affermare che non ci sono problemi e che tutto è sotto controllo. Vorrei raccontare come, mentre ancora allestivamo il nostro punto di raccolta firme, le persone si fermassero per chiedere spiegazioni ed attendessero il loro turno per apporre la firma, è molto piaciuta questa condivisione di responsabilità nel criticare l’operato del governo Prodi, questo appello alla partecipazione. Da questo si potrà trarre un grande insegnamento, le persone se informate e motivate partecipano alla gestione della respublica; ciò mi ha fatto riflettere che il poco successo, che sempre hanno avuto i referendum in Italia, contrariamente a quello che accade negli altri paesi europei, è dovuto ad ignoranza, mancanza di sollecitazioni e conoscenza degli obiettivi. Noi dei Circoli abbiamo inoltre presentato un questionario sulla sicurezza, quelle che dovrebbero essere le misure da prendere per far sentire il cittadino più sicuro e tutelato dalle istituzioni. La cosa straordinaria di questo evento, tenuto salvo il risultato strabiliante, è stata questa marea montante di persone, di ogni età, condizione, cultura, giovani, anziani, inter pares, che venivano consapevoli e convinti di partecipare ad un evento grandioso e grandiosa è stata la nascita di questo nuovo partito «Un partito aperto, che è contro i parrucconi della vecchia politica. Invito tutti ad entrare senza remore e a venire con noi, perché è quello che la gente vuole», così ha detto, domenica in piazza S. Babila, Silvio Berlusconi e non si può certo dire che non sia un uomo ospitale, accoglierà tutti: i transfughi, i suoi fedeli collaboratori ma soprattutto la gente nuova con idee nuove al di fuori dai vecchi schematismi.
IL PARTITO DEL POPOLO DELLA LIBERTÀ è un enorme open space da progettare ed edificare per un’Italia nuova che noi tutti siamo chiamati a costruire.
(p.s. tenetevi pronti per una nuova “sorpresa” del cavaliere, in programma per il 2 dicembre…)


di Rossella Rampichini



Circolo “Luce del Sud”Bari
"per aspera ad astra"


Etichette:

AQUILIO: "IL PDP? ESISTE GIA', SIAMO NOI"

L'Aquila, 19 nov. - Quasi mille le firme complessivamente raccolte contro il Governo Prodi e sul tema della Sicurezza presso il gazebo del Circolo della Libertà per L'Aquila. Successo anche a Sulmona dove le firme "azzurre" raccolte sono state 3.485. Fabrizia Aquilio: "Il Partito unico del centro destra già esiste tra la gente!"."Nonostante la temperatura glaciale - scrive Fabrizia Aquilio, presidente del Circolo - dello scorso fine settimana ragazzi e anziani, professionisti e pensionati, operai e commercianti, intere famiglie hanno atteso con pazienza ma con determinazione di poter dire il loro dissenso contro chi ci mal governa e cosa invece chiedere allo Stato per vivere più sicuri. Molti i commenti espressi dalla gente venuta a firmare, alcuni si sono espressamente dichiarati di altri partiti ma comunque tutti univocamente hanno dichiarato di "firmare per Berlusconi". Il Partito unico del centro destra già esiste tra la gente! E noi del Circolo della Libertà sin da oggi ci dichiariamo parte attiva del Partito del Popolo Italiano per la Libertà". 3.485 firme "azzurre" a Sulmona Un "risultato straordinario". Lo ha affermato il coordinatore cittadino di Forza Italia, Nicola Angelucci, al termine della raccolta firme promossa da Forza Italia. Le firme raccolte a Sulmona in totale sono state 3.485, di cui 2.394 nei 4 gazebo distribuiti sulla città; le telefonate al numero verde sono state 680 e le firme raccolte attraverso il modulo arrivato direttamente a casa degli iscritti e riconsegnate ai volontari dei Gazebo 411. Il ricavato in euro (1 euro per ogni firma) sarà inviato alla sede centrale del Partito. E’ stata la prima manifestazione organizzata dal neo Coordinamento Cittadino e "i militanti, la futura classe dirigente, - ha commentato Angelucci – che si sono adoperati in maniera straordinaria, con condizioni climatiche difficili, sono stato un esempio di generosità, di passione morale e politica al servizio di un ideale". Ancora una volta Berlusconi ha avuto ragione, per Angelucci: " I cittadini hanno firmato ai nostri gazebo per dire basta con questo governo e questa politica e per chiedere nuove elezioni e un profondo rinnovamento della politica". (Da: http://www.ilcapoluogo.it/)



Circolo "Luce del Sud"Bari
"per aspera ad astra"


Etichette:

Concluse le tre giornate sulla siurezza

Si sono conclusi nel miglior modo possibile i tre giorni organizzati dal Circolo della Libertà nelle piazze italiane sulla "Sicurezza".
Il Circolo "Luce del Sud" è stato presente in tutte e tre le giornate in P.zza Umberto ad angolo con Via Sparano. Sono state raccolte una notevole quantità di adesioni dai simpatizzanti e l' affluenza è stata numerosissima ed inaspettata. L'esito della raccolta firme è stata molto positiva e questa giornata è stata anche motivo di avvicinamento della gente non ancora informata al Circolo della Libertà. Ci auguriamo che occasioni simili si verifichino piu' spesso e che la gente si interessi il piu' possibile al fenomeno "Circolo della Libertà". Cogliamo l'occasione per ringraziare e salutare tutti coloro che si sono avvicinati volontariamente o involontariamente al Gazebo di "Luce del Sud".


Alla prossima!!


Circolo"Luce del Sud" Bari
"per aspera ad astra"



Etichette:

FUORI I PROGRAMMI

Nomine, coalizioni, accorpamenti, presidenze e consigli di amministrazione: la vita nel nostro Paese, e nella nostra città, prosegue con una prassi ormai apaticamente consolidata. Al di là dell’aria da antipolitica che spira preoccupantemente, non da oggi, sarebbe utile e costruttivo mettere mano a programmi e soluzioni per le problematiche attuali.Certo, risulta un tantino difficile, distratti o nauseati dai primi vagiti del partito democratico, dalle recenti polemiche sui rom, dalle tasse che non accennano a diminuire, dalla criminalità che apparentemente sembra mansueta ma che nei sotterranei della nostra regione mette a segno i suoi colpi proibiti.Chi pensa, nel frattempo, alle agonìe della città? Serve in tempi brevi che venga sollecitato il dibattito generale sul programma, sull'identikit e successivamente sul nome o sui nomi che possano essere candidati alla carica di sindaco di Bari. Questa sollecitazione deve avere una sorta di tempo massimo superato il quale si deve passare a una fase diversa e innovativa, dettata dalle aspettative dei cittadini, i quali debbono sempre essere al centro dell’azione politica. Gli elettori sono stufi: stufi delle liti tra fazioni, stufi di strette di mano che si trasformano in pugnalate, stufi di promesse non mantenute o addirittura mistificate, stufi di cambiamenti che non cambiano e ritorni al passato che non tornano.La gente esige risposte, concrete e possibilmente in tempi brevi. Per questo, un ruolo nuovo possono ricoprirlo quei cittadini, liberali, democratici, conservatori, che vorranno contribuire alla formazione di uno spirito diverso, nato dall’esigenza di salvaguardare Bari dallo scempio attuale nel quale versa. Sto pensando ad una serie di gazebo disseminati in tutte le circoscrizioni, all'interno dei quali i volontari raccoglieranno le firme dei cittadini su una serie di nomi di possibili candidati che avranno dato la loro disponibilità . Con la propria firma accanto al nome del potenziale candidato, il cittadino potrà direttamente indicare la propria preferenza ed in più, utilizzando una riga in bianco, segnalare un altro nome da ritenere candidabile.Il meccanismo, semplice ed immediato, consentirà al tempo stesso di individuare il candidato più rappresentativo ed al contempo dare ai cittadini la diretta possibilità di esprimersi. Ovviamente parliamo di quei cittadini che si riconoscono nell'area di centrodestra. E’ altrettanto evidente che con questa iniziativa si vuole evidenziare la differenza di metodo rispetto alle primarie del centrosinistra dove il candidato era praticamente unico e soprattutto calato dall'alto delle segreterie politiche, e di conseguenza gli elettori non hanno potuto indicare dei nominativi nuovi o alternativi.L’idea è quella che ad occuparsi delle primarie di popolo "o dei cittadini" sia un movimento che fa dei gazebo il suo presidio abituale, come sono i circoli delle libertà . Questo avvicinerebbe più volentieri i cittadini, ed eviterebbe una competizione improduttiva tra i partiti stessi della casa delle libertà .Si tratta di un sussulto che ritengo vada ascoltato e perseguito, potendo contare sull’organizzazione capillare messa in atto dal movimento di MVB, che a Bari ha i suoi rappresentanti già impegnati brillantemente con i gazebo per la sicurezza. (Da: http://www.marioferorelli.it/)


di Mario Ferorelli


Circolo"Luce del Sud" Bari
"per aspera ad astra"

Etichette:

PRIMARIE SULLA SICUREZZA

Dal 16 novembre ci saranno in tutti i Circoli della Libertà le PRIMARIE SULLA SICUREZZA.



Vota per la tua sicurezza!

Circolo "Luce del Sud" Bari

"per aspera ad astra"

Etichette:

COURMAYEUR, I CIRCOLI VOLANO

Roma, 13 novembre 2007 - Michela Vittoria Brambilla è euforica. «A Courmayeur abbiamo colto la nostra prima vittoria. Abbiamo iniziato e non ci fermeremo». Certo il test è un po’ piccolo e particolare. E i Circoli della libertà di Mvb erano alleati con l’Union Valdotaine, che sotto il Monte Bianco conta qualcosa, però i numeri parlano di un successo significativo, i candidati della pasionaria rossa (di capelli) hanno preso il 60% dei voti ed eletto sei consiglieri su 14.
Così vi presenterete alle prossime amministrative... «Sì, ci presenteremo in tutto il Paese. C’è bisogno del nostro lavoro sul territorio, della nostra capacità di dare espressione alla società civile, per ribaltare le maggioranze politiche di sinistra in molte città. Aver fatto centro al primo colpo è la prova, anzi la controprova sul campo, dell’importante lavoro che facciamo».
Significa che i partiti della Cdl non riescono a rappresentare la società? «No, è che noi possiamo fare quel che i partiti non possono fare. Possiamo muoverci più liberamente, perché siamo trasversali, nei nostri circoli ci sono persone provenienti da tutti i partiti della Cdl e anche di sinistra».
Dunque avremo un partito in più nella Cdl? «Io veramente spero di riuscire a diminuire il numero dei partiti. Spero che i miei circoli funzionino da elemento aggregante, come abbiamo fatto a Courmayeur. Questa aggregazione già c’è tra la gente e lo vedo nei miei circoli».
In questo momento, però, nella Cdl ci sono divergenze sulla tattica da adottare nei confronti del governo Prodi. Cosa ne pensa delle ipotesi di larghe intese sulle riforme? «Le proposte di intese sulle riforme sono solo una melina per consentire al governo Prodi di galleggiare qualche giorno in più e fare così altri danni al Paese. Bisogna andare a votare al più presto, anche con le vecchia legge elettorale».
Ci faccia capire una cosa, i vostri circoli in cosa si distinguono da Forza Italia? «Forza Italia è un partito, mentre i nostri circoli riuniscono persone che vengono anche da altri partiti. Noi peschiamo dappertutto. Lei pensi che il 35% dei nostri aderenti è simpatizzante di An».
Ma in Forza Italia c’è chi non vi vede con simpatia e anche in An non saranno contenti che gli portate via dei simpatizzanti... «Ma no, c’è stata solo qualche incomprensione. Noi siamo un valore aggiunto per la Cdl, portiamo voti non ne facciamo perdere».
Venerdì, sabato e domenica sarete in piazza con Forza Italia? «Certo, abbiamo aderito all’iniziativa di Berlusconi della raccolta di firme per chiedere le elezioni subito. E in questa occasione lanceremo anche le nostre primarie sulla sicurezza. Distribuiremo un modulo con sette proposte sulla sicurezza, la gente voterà e così avremo l’indicazione dei 3 o 4 provvedimenti che gli italiani considerano più urgenti».
Quelli che dicevano che i Circoli sono finti, saranno smentiti. «Io lascio che a parlare siano i fatti, come a Courmayeur. I circoli ci sono, lavorano e non c'è giorno che non facciano iniziative».
Alle amministrative dunque debutterà il Partito della libertà? «Il PdL è di Berlusconi e non so come lui intenda usarlo. Quando ci saranno le elezioni decideremo. Ora è presto per parlare di simboli». (Da: http://qn.quotidiano.net/)


di Giorgio Gazzotti



Circolo"Luce del Sud" Bari
"per aspera ad astra"

Etichette:

INCONTRO INFORMATIVO GIOVEDI' 15 NOVEMBRE

Giovedì 15 novembre alle ore 18,00 in via Bari N° 393 (prosecuzione di via Fanelli), presso la Sala Boccia si terrà un incontro informativo del Circolo "Luce del Sud" per mettere al corrente chi ci segue o ha voglia di seguirci delle nuove iniziative che stiamo sviluppando per il territorio e che ci proponiamo di portare a termine.Vi aspettiamo numerosi e motivati. Ci auguriamo che questa occasione sia proficua per uno scambio di opinioni.


La Presidente: Dott.ssa Rosa Maria Banfi



Circolo"Luce del Sud" Bari
"per aspera ad astra"

Etichette:

CARO VELTRONI, CRITICHI POL POT E CENSURI PANSA

Il 6 novembre 2007, ospite a Ballarò c'era Walter Veltroni, che con il suo tono paternalistico (e un po' da "sfigato") tacitava e tranquillizzava gli altri interlocutori ed i telespettatori circa l'emergenza sicurezza scatenata a Roma e in tutta Italia dall'assassinio di Giovanna Reggiani. Dopo questo terribile episodio, Veltroni da vero Premier ombra ha spinto Prodi ed Amato a prendere posizione, ed ha invocato "misure d'urgenza". Lo stesso sdegno Veltroni lo aveva espresso anche, mesi fa, quando in metropolitana una ragazza fu aggredita e trafitta a morte con la punta di un ombrello da una zingara. Ora mi domando: cosa dobbiamo aspettarci da Walter, considerando e ricordando il suo cursus honorum? Per chiarirci un po' le idee mi è parso quanto mai illuminante questo articolo di Gianluigi Paragone (Libero, 31 ottobre 2007)R.R.

Certe cose è meglio prenderle da lontano. Lontano trent'anni diciamo. E tre cambi di nome: Pci-Pds-Ds-Pd. Ognuno ha i propri tempi. «Ho visto le foto dei campi di concentramento di Pol Pot. Sono delle foto agghiaccianti non diverse da quelle che tra dieci giorni troverò andando ad Auschwitz». Ha dovuto vedere le foto, Walter Veltroni, per capire certe nefandezze del comunismo. Poverino. Certo, se oltre alle figure avesse buttato l'occhio su qualche scritto si sarebbe portato avanti ma - cosa vuoi? - il libro Nero del Comunismo era pura propaganda berlusconiana. Un'operazione politica, mica storia.Come cambia la prospettiva quando si modifica l'angolo di visuale... Quando nelle sezioni del partito di cui era militante trionfavano la falce e il martello, certe cose non si potevano né dire né bisbigliare. 1 Khmer rossi assolvevano a una funzione storica e politica: è l'ideologia, bellezza. Così come le dittature comuniste in Unione Sovietica, a Cuba, nella Yugoslavia titina, in Cecoslovacchia, in Cina e via discorrendo.Ora i comunisti si sono cambiati l'abito, il nome e pure i simboli. Dunque si può persino sostenere che «sono diversi i colori delle bandiere, sono diverse le motivazioni ma la vita degli esseri umani è la stessa». Ora fa tanto Democratico denunciare che «nessuno di noi ha diritto di rimuovere ciò che è stato, nessuno di noi può attribuire al tempo la possibilità di rimuovere le tracce morali di quello che è stato, anche quei vertici impensabili del male che hanno finito per macchiare il mondo intero». Bravo e coraggioso Veltroni: era proprio un fetente quel Pol Pot!Nell'anno domini 2007 lo si può dire senza provocare pruriti. E poi, la Cambogia è distante nel tempo e nello spazio. Non rivendica posti nel Pantheon, non ha nostalgici. Insomma non disturba.Il comunismo di Pol Pot cumulò morti innocenti. E quello italiano, resistenziale, ha o no qualche morto innocente sulla coscienza? Nell'Italia dei piangina e dei chiagnoni, nell'Italia di quelli che se non vanno in tv gridano al complotto o al vittimismo, nell'Italia del presenzialismo come diritto-dovere, in questa Italia qui insomma c'è un signore che ha deciso di non promuovere il suo ultimo libro per evitare a sé e agli altri incidenti e disavventure. Questo signore si chiama Giampaolo Pansa. Ha scritto un libro dal titolo "I gendarmi della memoria - chi imprigiona la verità sulla guerra civile". Per lui Veltroni difficilmente troverà un minuto di attenzione in pubblico, perché quel libro e quelle storie lo costringerebbero a prendere una posizione su una certa piega che prese la Resistenza comunista. I libri di Pansa hanno reso popolare ciò che si sapeva nel retrobottega della Storia, quella divulgata dai perdenti. 1 quali, si sa, non hanno titoli per parlare."I gendarmi della memoria" si mette sulla scia dei precedenti "Il sangue dei vinti", "Sconosciuto 1945", "La Grande Bugia". libri che hanno procurato a Pansa qualche soldino, un po' più di celebrità ma anche tantissima palta da ingoiare. E se fosse stato solo per la palta, Pansa forse se ne sarebbe fregato e avrebbe tirato dritto. Poi un giorno ha deciso che non era più il caso. Avrebbe continuato a dar voce alle storie silenziate dai gendarmi della memoria, ma senza più partecipare alle presentazioni, alle chiacchierate con i lettori, ai confronti con gli accusatori.Quel giorno accadde a Reggio Emilia il 16 ottobre 2006. Un gruppo di contestatori rossi irruppe nella sala e al grido di "Triangolo Rosso, nessun rimorso" tentò di mettere un'altra volta la Storia sotto morfina. Un assalto in piena regola. Fu così che Pansa decise di piantarla con le presentazioni. «Non voglio diventare un problema di ordine pubblico». Qualcuno bofonchia: lo vuole lui, è una sua scelta. Non convengo assolutamente: le scelte di solito si prendono serenamente e comunque liberamente. Non certo sotto la minaccia dei picchiatori e con il consenso (spesso tacito) dei mangiapane a tradimento. Pansa è un panda nel cortile democratico. Può scrivere ma non può confrontarsi o stringere le mani. Veltroni, è giusto? Lo domando anche a Prodi, a Napolitano, a Bertinotti, a chiunque.Questi gendarmi della memoria autopatentati detengono posizioni dominanti nella sinistra italiana. Anche dentro il Partito democratico. Ecco perché la auto-limitazione che si è data Pansa fa comodo. Non provoca rumore. Non stimola ogni volta dibattiti e confronti. E soprattutto evita di discutere dell'alba insanguinata di questa democrazia. Della Resistenza per quella che fu. Della Costituzione per quella che è.Veltroni cazzeggia - sì, cazzeggia - su Pol Pot e sta zitto sul sangue dei vinti e sui gendarmi della memoria: troppo facile. Il Pd nasce incrostato del passato comunista. Faccia luce, Walter. Lo faccia guardando dentro la sua stessa storia. Noi gliene offriamo l'occasione: venga qui a parlarne. Lui con Pansa. Parliamo una volta per tutte di cosa fu il comunismo in Italia. Dimostri di essere un vero democratico, a quel punto potrà davvero compiacersi per aver compiuto un percorso politico verso la modernità. Altrimenti resterà un ex pci col vestitino nuovo.



di Gianluigi Paragone



Circolo"Luce del Sud" Bari
"per aspera ad astra"


Etichette:

BERLUSCONI E L' ERRORE DEL CENTRODESTRA. LA RESA DEI CONTI.

Il periodo che passano all'opposizione dovrebbe servire ai partiti per rigenerarsi, per costruire strategie e piattaforme che li rendano credibili come alternative di governo quando si tornerà alle urne. In Italia non è così.In questi anni di opposizione, il centrodestra sta ripetendo gli stessi errori commessi dal centrosinistra quando a governare non era Romano Prodi ma Silvio Berlusconi. Dopo che Berlusconi si insediò a Palazzo Chigi nel 2001, e per l'intera legislatura, l'opposizione non fece mai alcun serio esame delle ragioni della propria sconfitta, scelse di non fare i conti con se stessa, con gli errori commessi all'epoca dei suoi governi del quinquennio 1996-2001. Preferì nascondere sotto il tappeto le proprie divisioni. Non ci fu alcuna rigenerazione. A differenza di ciò che accade in altri Paesi, ove la polemica con il governo non impedisce all' opposizione di guardarsi allo specchio, la lotta contro il tiranno, contro l'usurpatore, servì a stroncare sul nascere qualunque riflessione autocritica. Si è visto come è finita. Il centrosinistra ha vinto le elezioni per il rotto della cuffia riuscendo poi, nel giro di pochi mesi, a rendere impopolarissimo il proprio governo.Il centrodestra, per volontà di Silvio Berlusconi, ha fin qui percorso la stessa strada. La polemica contro il governo Prodi ha sostituito, anziché accompagnato, la riflessione sugli errori commessi nella passata legislatura. Non c'è stata alcuna dimostrazione di voler mettere a frutto l'esperienza passata, di partire dai propri sbagli per costruire una proposta di governo capace di non arenarsi sugli stessi scogli. Ad esempio: tagliare le tasse? Sì, ma con quale strategia di riduzione della spesa pubblica? E ancora: rilanciare le grandi opere? Sì, ma con quale denaro? O infine: su quali programmi costruire un accordo fra alleati tale da garantire che il prossimo governo Berlusconi non verrà bloccato da conflitti interni e veti incrociati? Una proposta credibile di governo dovrebbe poter rispondere a queste domande.Berlusconi ha scelto un'altra strada. Ha scommesso solo sulla implosione del fronte avversario, non sulla rigenerazione del proprio.Così stando le cose, due sono oggi gli scenari possibili. Nel primo, Berlusconi ce la fa, fa saltare il banco, ottiene, nel giro di qualche giorno o settimana, la fine del governo Prodi e le elezioni anticipate. Dalle quali, probabilmente, uscirà vincitore. Salvo ritrovarsi, il giorno dopo, con gli stessi problemi della precedente esperienza di governo. Con l'aggravante che, causa la legge elettorale in vigore, la maggioranza di centrodestra sarà più frammentata e ancora più divisa di allora.Oppure Berlusconi fallisce. Non c'è l'attesa implosione del centrosinistra, Prodi resta in piedi continuando a sfidare la legge di gravità. In questo caso, la leadership di Berlusconi nel centrodestra uscirà indebolita. La credibilità di un leader vacilla se la sua strategia fallisce. Berlusconi continuerà a riscuotere consensi nel Paese, se non altro a causa dell'impopolarità di Prodi, ma i suoi alleati dovranno riconsiderare i loro rapporti con lui. Tanto più che, dall'altra parte, Walter Veltroni non resterà con le mani in mano, continuerà a lavorare (insidiato da molti nemici interni) per rendere elettoralmente appetibile il Partito democratico.In realtà, non c'è nulla di misterioso, sappiamo perché da noi le opposizioni non si rigenerano mai dopo gli shock delle sconfitte elettorali. Non lo fanno perché il ricambio è bloccato, perché i leader restano comunque gli stessi. (11 novembre 2007)



di Angelo Panebianco



Circolo"Luce del Sud" Bari

"per aspera ad astra"


Etichette:

Riunione su via Sparano

Un comitato di professori universitari invita tutti a partecipare alla manifestazione fino a "Bari Crossing".

La nostra presenza serve per conoscere e per contrapporci a tale progetto che propone la distruzione totale del "giardino storico" di Piazza Umberto e lo stravolgimento della piazza stessa e di Via Sparano. È un nostro dovere, come rappresentanti della cultura ufficiale di Bari, far presente agli amministratori che il giardino di Piazza Umberto è un giardino storico composto da due parti, una è l'ex giardino dell'Ateneo barese (1868), l'altro è il giardino di Piazza Umberto, realizzato tra il 1901 e 1905. Insieme costituiscono l'attuale Piazza Umberto, vincolata ipso iure come Bene Culturale dal Codice dei Beni Culturali 2004. Bisogna proteggerlo secondo quanto legifera la Carta del restauro dei giardini storici di Firenze del 1981 e non distruggerlo come è già stato fatto per Piazza Cesare Battisti nel 2005! Inoltre il giardino di Piazza Umberto è già pubblicato come "Bene Culturale" nel volume Bari e il suo Ateneo 1866-1935, Bari 2005, Cacucci, per volontà della stessa Università di Bari e a cura dei proff. M. Pasculli, S. Barbuti, C. Calò Carducci. Cordiali saluti.


Estendiamo a tutti gli utenti di http://www.circololucedelsud.it/ l'ivito a partecipare alla riunione per manifestare il nostro dissenso sia per quanto riguarda i giardini di Piazza Umberto quanto per la devastazione annunciata della storica Via Sparano. Il dibattito avverrà nella sala consiliare del Comune di Bari alle ore 18 di sabato 10 Novembre.



La Presidente: Dott.ssa Rosa Maria Banfi




Circolo"Luce del Sud"Bari
"per asoera ad astra"

Etichette:

SALARI BASSI E CONTRATTI DIFFICILI. I TRENTA DENARI DELLA DISCORDIA

«Dietro l'aumento unilaterale di 30 euro dato dalla Fiat ai suoi dipendenti c'è un attacco al contratto nazionale, che è l'elemento vero di eguaglianza», afferma Paolo Nerozzi, segretario nazionale della Cgil, su l'Unità del 29 ottobre. È difficile dissentire da questa lettura del gesto della Fiat, imitato nei giorni scorsi da molte altre imprese. Il messaggio che le aziende forti del Centro- nord lanciano a sindacato e lavoratori è sostanzialmente proprio questo: i salari aumentano di più e più facilmente se si consente che una parte maggiore di essi venga contrattata al livello aziendale.«Già, ma non ci sono solo le aziende forti! — obietta la Cgil —. Non svendiamo la solidarietà con i lavoratori più deboli per 30 denari ». Questo vuol dire Nerozzi con quell'accenno all' eguaglianza. I lavoratori delle grandi aziende lottano per un contratto nazionale che vale soprattutto per chi ha meno difese. Quanto alle aziende che non reggono nemmeno lo standard minimo nazionale — in questo ordine di idee — meglio che esse chiudano e che i loro dipendenti si trasferiscano dove il lavoro è meglio valorizzato.Il primo problema è che in Italia le aziende incapaci di rispettare lo standard nazionale non chiudono affatto. In quelle aziende lavorano almeno tre milioni di persone, se non quattro; e da decenni noi le lasciamo sopravvivere nell'economia sommersa, soprattutto al Sud. A quei lavoratori uno standard minimo nazionale di fatto disapplicato non serve a molto. Essi avrebbero bisogno, invece, di un sindacato capace di negoziare su tutto, a 360 gradi, al livello regionale e a quello aziendale, per attirare nel Mezzogiorno il meglio dell'imprenditoria mondiale.Il nostro sistema sindacale fortemente centralizzato, poi, funziona male anche al Nord. È sempre più difficile assoggettare rigidamente a una minuziosa disciplina dettata al livello nazionale aziende con strutture e livelli di produttività sempre più diversi. Questo è particolarmente evidente nel settore metalmeccanico, dove con un unico contratto si pretende di disciplinare inderogabilmente l'organizzazione del lavoro, gli orari e le retribuzioni dell'azienda aerospaziale come dell' aziendina che produce posate, delle case di software come dei cantieri navali, o delle fonderie. Non c'è da stupirsi che il rinnovo di questo contratto arrivi sempre con grande difficoltà e fuori tempo: c'è semmai da stupirsi che si riesca ancora a stipularlo.Anche quando, poi, si riesce faticosamente a raggiungere l'accordo, si ottiene un risultato commisurato alla capacità delle aziende più deboli del settore. E si vincola l'intera categoria a un unico modello di organizzazione del lavoro e di struttura della retribuzione (quello dei metalmeccanici è rimasto invariato dal 1973!), impedendo la sperimentazione di modelli diversi, che potrebbero consentire aumenti rilevanti della produttività e del reddito.Certo, un contratto nazionale è sempre utile per tutte le imprese medio-piccole dove la contrattazione aziendale non ha corso. Ma sarebbe più facile rinnovarlo — puntualmente alla sua scadenza e senza tanti drammi — se gli affidassimo soltanto una funzione sussidiaria, di rete di sicurezza. Mentre tutti i lavoratori trarrebbero beneficio dalla possibilità di confronto tra modelli aziendali diversi in un sistema di relazioni industriali più aperto all'innovazione. Ai lavoratori pagati di meno può giovare molto la concorrenza nel mercato del lavoro di aziende che pagano meglio. Probabilmente più di quanto giovi loro il vecchio e faticoso rito del rinnovo di un contratto nazionale che pretende di regolare inderogabilmente tutto, ma proprio per questo è sempre in ritardo rispetto alle parti più dinamiche del tessuto produttivo. 06 novembre 2007 .


di Pietro Ichino


Circolo"luce del Sud"Bari
"per aspera ad astra"

Etichette:

Amato si scordi Palazzo Chigi e pensi alla sicurezza


Su Libero di domenica 28 ottobre 2007 è apparso questo articolo, contemporaneamente noi dei Circoli della Libertà, avevamo indetto – per il 27 e 28 – la “Giornata per la Sicurezza” nella Provincia di Bari. Il nostro circolo “Luce del Sud”ha intervistato i cittadini che si avvicinavano al nostro banchetto, a breve vi daremo i risultati di questa inchiesta: “quali, secondo i baresi, sono le emergenze sicurezza?”

::: MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

Che Giuliano Amato aspiri a diventare l'ipotetico presidente di un ancor più ipotetico governo di transizione è cosa nota. E questo potrebbe giustificare anche il basso profilo scelto nelle vicende di questo governo in agonia. Solo che una simile posizione, politicamente comprensibile, non si addice a un ministro dell'Interno che dovrebbe avere dovere morale prima di mettersi in gioco per far qualcosa di concreto in tema di sicurezza. Insomma, passi il fatto che egli resti nell'ombra, pronto a cogliere l'eredità di un Prodi defunto. Ma qui il problema è quello di un'ombra di ministro che non fa quello che dovrebbe fare per impedire lo sfascio del nostro sistema di sicurezza.
Il che significa parlare del fantomatico iter del "pacchetto sicurezza" che il ministro dell'Interno, dopo più di un anno e mezzo di ritocchi e rielaborazioni, ha deciso di presentare finalmente al consiglio dei ministri. E una volta presentato, martedì scorso, questo voluminoso fascicolo di proposte, che cosa è successo? Una mezza dozzina di ministri hanno storto la bocca perché, non essendo stati consultati in anticipo, non erano in grado di esprimere un giudizio di merito, mentre altri ministri della sinistra più radicale, proprio perché ne conoscevano il testo, hanno pensato di cogliere quest'occasione per rispedirlo al mittente, Come dire: l'aumento delle pene che queste misure propongono non è una cosa da comunisti. Quindi è il caso di non fare niente. La conclusione di questo travaglio è attesa per martedì prossimo. E dovrebbe suonare così: caro Amato, hai fatto un bel lavoro ma non è proprio il caso di andare per le spicce. Quindi niente decreti subito operativi, ma, caso mai, un bel paniere di disegni di legge da discutere in Parlamento. Senza fretta.

:::

Il che porta a una situazione allucinante per un paio di motivi. Il primo: un ministro dell'Interno, presa una sberla del genere, avrebbe dovuto reagire con durezza, arrivando anche a dimettersi. Invece nulla. Un abbozzo di sorriso stanco, e via. Ma il secondo motivo che riguarda, invece, il merito della faccenda ci pare assai più grave. È più di un anno e mezzo che lo scandaloso stato in cui si trova la nostra sicurezza è diventato per milioni di cittadini un problema assillante, tanto che anche i media non parlano d'altro: stupri, scippi, furti, rapine, violenze di ogni genere, clandestini che la fanno da padroni in molti quartieri delle nostre città, persone processate e poi condannate per gravi reati che escono dalle carceri dopo poche settimane. E allora bisognava aspettare addirittura la fine dell'anno per proporre qualche misura che consentisse di affrontare la situazione? Cos'altro aveva da fare il ministro se non pensare a risolvere questo problema? Che poi, ad essere maliziosi, si può aggiungere un'altra considerazione: lo sanno tutti che il Parlamento, da ottobre a dicembre di ogni anno, si occupa solo di legge finanziaria. E, guarda caso, il pacchetto sulla sicurezza arriva solo quando, nel calendario dei lavori parlamentari, non c'è più un buco libero. Forse per la conversione in legge di qualche urgente decreto, ma non certo per l'iter di quei normali ddl verso cui, in tema di sicurezza, questo governo è ormai incamminato e che resteranno nei cassetti per chissà quanto tempo. L'ennesima presa in giro per i cittadini. Che il governo Prodi faccia anche in questa occasione un'assai brutta figura è scontato, ma lei, ministro, un po' di orgoglio proprio non ce l'ha?


Circolo "Luce del Sud" Bari
"per aspera ad astra"

Etichette:

COMUNICATO REUTERS

Non si placano le polemiche sul decreto sulle espulsioni varato questa settimana dal governo, con il centrodestra che dà la disponibilità a votarlo a patto che vengano apportate delle modifiche.Oggi il leader di An Gianfranco Fini, in un'intervista pubblicata dal Corriere della Sera, ha posto tre condizioni per votare il decreto: "Che preveda espulsioni effettive e coatte... che, recependo integralmente la direttiva Ue, si possa espellere anche chi non ha reddito certo e infine ... in Finanziaria bisognerà aumentare sensibilmente i fondi alle forze di polizia".Gli ha fatto eco il leader dell'Udc Pierferdinando Casini, che visitando una baraccopoli a Roma ha detto davanti alle telecamere: "Serve una grande determinazione e noi possiamo votare il decreto a queste condizioni. Ma se invece sarà il solito pannicello caldo, se lo votino loro...".A Fini e Casini ha risposto oggi il portavoce del ministro dell'Interno Giuliano Amato, sottolineando che il decreto comprende già le condizioni poste dagli esponenti del centrodestra.Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi in un'intervista alla Stampa spiega: "Lunedì (domani) valuteremo il decreto e decideremo cosa fare", e sottolinea che "dovevamo fare una moratoria nei confronti della Romania, come hanno fatto Spagna, Germania, Austria e Inghilterra che hanno chiuso le frontiere per due anni ai lavoratori provenienti da quel Paese".Il vicepresidente della Lega al Senato, Roberto Calderoli, ribadisce la posizione del suo partito in una nota: "Se tutte quelle risorse che oggi spendiamo per accogliere tutti questi immigrati, per contrastare l'immigrazione clandestina e per rimandarli nei loro Paesi di provenienza, risorse vere e ingenti, le utilizzassimo investendole a casa loro forse la parte povera del mondo cesserebbe di essere tale e la smetterebbe di invaderci alla ricerca di improbabili chimere".FINI: "IMPOSSIBILE INTEGRARE I ROM"Fini dalle colonne del Corsera esclude senza mezzi termini che ci sia una possibilità di integrare i rom: "Mi chiedo come sia possibile integrare chi considera pressoché lecito e non immorale il furto, il non lavorare perché devono essere le donne a farlo magari prostituendosi, e non si fa scrupolo di rapire bambini o di generare figli per destinarlo all'accattonaggio".Giovedì Giovanna Reggiani, 47 anni, è morta in ospedale in seguito alla brutale aggressione subita a Tor di Quinto, periferia romana, due giorni prima. Per l'omicidio è in carcere un cittadino romeno, identificato dalle forze dell'ordine grazie alla collaborazione di una connazionale che vive nella stessa baraccopoli.Lo scalpore suscitato dall'episodio mercoledì ha spinto il governo a trasferire in un decreto le norme sulle espulsioni che erano contenute in un disegno di legge del "pacchetto sicurezza".Due giorni fa un gruppo di italiani a volto coperto, armati di bastoni, spranghe e coltelli, ha aggredito alla periferia di Roma quattro cittadini romeni. Un fatto che ha spinto l'ambasciata di Bucarest a denunciare il rischio di xenofobia."Lo dico con la massima chiarezza: le ronde sono inaccettabili e condannabili, ma Amato e Veltroni ci vadano a Tor Bella Monaca, a vedere a quale livello di degrado si può arrivare".


Circolo "Luce del Sud" Bari
"per aspera ad astra"


Etichette:

Telethon

Guestbook

Quick Time

avast! Server

Data ultima modifica

Circolo "Luce del Sud" Bari Blog is powered by Nicola Sciortino ©2007 | Tutti i diritti riservati