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IL POPOLO DI CENTRODESTRA E' UNITO

Se un giorno malaugurato dovessi essere chiamato davvero a scegliere tra Berlusconi, Fini e Casini contrapposti tra di loro, sceglierei colui che il Centro-destra lo ha inventato, lo ha costruito e lo ha portato addirittura al governo del Paese realizzando il sogno della mia vita, ossia un grande partito liberale di popolo con vocazione maggioritaria, e che oggi altro non gli propone che di stare più insieme in un nuovo, più ampio e più aperto soggetto politico che soltanto qualche settimana fa era fortemente auspicato anche dall’on. Fini.
Ma credo di potermi risparmiare tale scelta comunque dolorosissima, se rifletto sulle diverse qualità delle differenze che si stanno manifestando tra le divisioni del Centro-sinistra e quelle del Centro-destra. Mentre a sinistra questioni ideali e programmatiche di fondo lacerano la base dell’alleanza, e sono destinate ad accrescersi se il progetto politico di Veltroni- obiettivamente spostato “a destra” rispetto a quello medio dell’asse DS-Margherita- dovesse uscire dalla fase propagandistica per radicarsi in reali contenuti programmatici, dall’altra parte sono ravvisabili soltanto le ruggini intercorrenti nei rapporti personali ai vertici della coalizione, mentre la sua base è saldamente unita in una forte comunione di valori e di programmi. Tanto questo è vero che non si vedono nella periferia della CDL opposte tifoserie dividersi in ragione dei rispettivi referenti romani, ma al contrario comuni sentimento di smarrimento e di preoccupazione che invocano di fatto una ritrovata, anche se necessariamente ridisegnata, unità, cosicché –per esempio- quando AN è scesa in piazza contro Berlusconi, di fatto si è ritrovata a chiedere soltanto garanzie per la prosecuzione dell’alleanza, riproponendosene –come è giusto che sia- come falco e non come svolazzante colomba.
Ed infatti nessun contraccolpo hanno avuto gli eventi romani sulla compattezza né delle Giunte di Centro-destra né delle opposizioni a quelle di sinistra, a cominciare da quelle più politicamente significative. Di qui, anche in coerenza con la strada indicata da Berlusconi, l’indicazione vincente per la ricostruzione di un’alleanza nella quale sostanzialmente si riconosce la maggioranza degli Italiani, e cioè quella che parte dalle fondamenta popolari della coalizione e dai suoi generosi militanti periferici, che il nuovo, grande Partito lo avevano già manifestato, per esempio, nell’indimenticabile giornata del 2 dicembre scorso, quando un’immensa fiumana di gente invase allegramente Roma mescolando in spirito di totale identificazione bandiere di FORZA ITALIA, di AN, della Lega di tutte le altre formazioni minori che danno ulteriore rappresentatività alla coalizione riecheggiando grandi storie della democrazia italiana, da quella democristiana a quella laico-liberale, da quella radical-socialista a quella della destra social-nazionale.
Una grande responsabilità ricade oggi sui referenti regionali e locali dei Partiti di Centro-destra, che è quella di tener salda un’alleanza che è ampiamente vincente nel sentimento popolare e che è assolutamente necessaria soprattutto in realtà come quella pugliese, segnata addirittura da un governo regionale ad egemonia comunista.
A tal riguardo ci rassicura l’ottimo lavoro comune che stavano compiendo Raffaele Fitto, Adriana Poli Bortone ed i vertici locali dell’UDC, che ha consentito al Centro-destra pugliese di tornare rapidamente ad essere vincente perfino nei ballottaggi.


di Tommaso Francavilla


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