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Amato si scordi Palazzo Chigi e pensi alla sicurezza


Su Libero di domenica 28 ottobre 2007 è apparso questo articolo, contemporaneamente noi dei Circoli della Libertà, avevamo indetto – per il 27 e 28 – la “Giornata per la Sicurezza” nella Provincia di Bari. Il nostro circolo “Luce del Sud”ha intervistato i cittadini che si avvicinavano al nostro banchetto, a breve vi daremo i risultati di questa inchiesta: “quali, secondo i baresi, sono le emergenze sicurezza?”

::: MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

Che Giuliano Amato aspiri a diventare l'ipotetico presidente di un ancor più ipotetico governo di transizione è cosa nota. E questo potrebbe giustificare anche il basso profilo scelto nelle vicende di questo governo in agonia. Solo che una simile posizione, politicamente comprensibile, non si addice a un ministro dell'Interno che dovrebbe avere dovere morale prima di mettersi in gioco per far qualcosa di concreto in tema di sicurezza. Insomma, passi il fatto che egli resti nell'ombra, pronto a cogliere l'eredità di un Prodi defunto. Ma qui il problema è quello di un'ombra di ministro che non fa quello che dovrebbe fare per impedire lo sfascio del nostro sistema di sicurezza.
Il che significa parlare del fantomatico iter del "pacchetto sicurezza" che il ministro dell'Interno, dopo più di un anno e mezzo di ritocchi e rielaborazioni, ha deciso di presentare finalmente al consiglio dei ministri. E una volta presentato, martedì scorso, questo voluminoso fascicolo di proposte, che cosa è successo? Una mezza dozzina di ministri hanno storto la bocca perché, non essendo stati consultati in anticipo, non erano in grado di esprimere un giudizio di merito, mentre altri ministri della sinistra più radicale, proprio perché ne conoscevano il testo, hanno pensato di cogliere quest'occasione per rispedirlo al mittente, Come dire: l'aumento delle pene che queste misure propongono non è una cosa da comunisti. Quindi è il caso di non fare niente. La conclusione di questo travaglio è attesa per martedì prossimo. E dovrebbe suonare così: caro Amato, hai fatto un bel lavoro ma non è proprio il caso di andare per le spicce. Quindi niente decreti subito operativi, ma, caso mai, un bel paniere di disegni di legge da discutere in Parlamento. Senza fretta.

:::

Il che porta a una situazione allucinante per un paio di motivi. Il primo: un ministro dell'Interno, presa una sberla del genere, avrebbe dovuto reagire con durezza, arrivando anche a dimettersi. Invece nulla. Un abbozzo di sorriso stanco, e via. Ma il secondo motivo che riguarda, invece, il merito della faccenda ci pare assai più grave. È più di un anno e mezzo che lo scandaloso stato in cui si trova la nostra sicurezza è diventato per milioni di cittadini un problema assillante, tanto che anche i media non parlano d'altro: stupri, scippi, furti, rapine, violenze di ogni genere, clandestini che la fanno da padroni in molti quartieri delle nostre città, persone processate e poi condannate per gravi reati che escono dalle carceri dopo poche settimane. E allora bisognava aspettare addirittura la fine dell'anno per proporre qualche misura che consentisse di affrontare la situazione? Cos'altro aveva da fare il ministro se non pensare a risolvere questo problema? Che poi, ad essere maliziosi, si può aggiungere un'altra considerazione: lo sanno tutti che il Parlamento, da ottobre a dicembre di ogni anno, si occupa solo di legge finanziaria. E, guarda caso, il pacchetto sulla sicurezza arriva solo quando, nel calendario dei lavori parlamentari, non c'è più un buco libero. Forse per la conversione in legge di qualche urgente decreto, ma non certo per l'iter di quei normali ddl verso cui, in tema di sicurezza, questo governo è ormai incamminato e che resteranno nei cassetti per chissà quanto tempo. L'ennesima presa in giro per i cittadini. Che il governo Prodi faccia anche in questa occasione un'assai brutta figura è scontato, ma lei, ministro, un po' di orgoglio proprio non ce l'ha?


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