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SE CI FOSSE STATO PINUCCIO

Mentre Berlusconi correva nei fatidici vicoli di Bari Vecchia, inseguendo il ricordo incancellabile di Pinuccio Tatarella, mi domandavo cosa avrebbe fatto, il “Ministro dell’Armonia”, alias inventore ed artefice prima dell’alleanza di Centro-destra, nelle presenti circostanze. Ecco le risposte che mi sono dato:
A) non avrebbe mai consentito che Storace se ne andasse da AN, lenendone il disagio esistenziale con un nuovo, suadente progetto invece che sfidandolo di fatto ad andarsene nel segno della tracotanza e della sicumera;
B) avendolo perduto, non gli avrebbe mai regalato- niente meno che- Berlusconi e la rendita di posizione di AN, ribaltando rovinosamento il rapporto che originariamente lo vedeva schiacciato a destra rispetto ad un Fini più “centrale”;
C) non avrebbe assistito inerme ed infastidito alla nascita dei Circoli della libertà, ma li avrebbe infiltrati ed alimentati;
D) avrebbe aiutato concretamente Berlusconi nel tentativo di “spallata” al Governo Prodi, contattando e contrattando Senatori insieme a lui, invece che assistervi passivamente nella speranza malcelata che andasse a vuoto;
E) una volta fallito tale tentativo, non lo avrebbe imputato in fretta e furia, con improvvidi articoli e demenziali interviste, al suo alleato, ma ne avrebbe coltivato i ritorni positivi, a cominciare dalla forte presa di distanze di Dini che in un’altra Repubblica avrebbe comunque fatto cadere il Governo;
F) alla svolta del “predellino” non avrebbe reagito come una vergine stuprata, ma al contrario avrebbe gridato esultante “Finalmente”, cavalcando in positivo una novità che è esattamente quella che AN reclamava da tempo, ed esorcizzandone così anche i rischi di una sua emarginazione che la furia di Fini sta masochisticamente dilatando;
G) sarebbe andato a ricevere e salutare in pompa magna Berlusconi in casa sua, magari anche partecipando pubblicamente insieme a lui al Referendum sul nome del nuovo Partito, non facendosi scavalcare perfino da Emiliano in ospitalità, invece che assistere rancorosamente al suo trionfo come taluni imbecilli nostrani che da lui evidentemente non hanno imparato nulla.
Avendo spesso scritto, da libero battitore di Centro-destra anche per sua designazione, le cose che Pinuccio non poteva dire, mi permetto di rivolgere nel suo nome al Popolo di AN, a cominciare dai suoi generosi militanti, un appello accorato perché sappiano liberarsi dai condizionamenti nefandi dei rancori e delle ripicche personali, e proseguire coerentemente lungo le strade di Fiuggi, in fondo alle quali c’è sempre stato il bipartitismo. Magari ricordando l’ultimo Pinuccio, che teorizzava e costruiva l’”oltre il Polo” in una sorta di sostanziale auto-esilio a Bari, mentre a Roma altri si dilettavano con un fallimentare “elefantino”, nell’illusione –anche allora- di poter strappare la scena e lo scettro, dall’alto di una irrimediabile mediocrità, al più grande personaggio che la Repubblica italiana abbia espresso da De Gasperi in poi. Che, ancora una volta, ha seminato tutti, perfino nei vicoli tatarelliani di Bari Vecchia, dove ha respirato una corroborante aria di casa.

di Tommaso Francavilla


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"per aspera ad astra"


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